Cav. Rolf Kissing
1923-2017

Biografia a cura di Matthias Kissing

Elogio funebre di Matthias
al padre Rolf Kissing

24 agosto 2017

Vi ringrazio per l’onore che avete tributato a mio padre e per il sostegno che ci date.

Difficile contenere in poche parole l’elogio di un figlio a un padre, per il quale gli aggettivi ricorrenti in questi giorni sono stati “grande” e “esemplare”.

Da tanto tempo ho la consapevolezza che noi qui presenti siamo tutti compagni di viaggio, verso una nuova vita, dove i nostri cari defunti ci hanno preceduto.

Rolf è stato un “grande” perché ha avuto una vita fuori dall’ordinario.

È nato ebreo, è rimasto orfano del padre cattolico a tre anni, da quel momento è stato riammesso ed è cresciuto nella famiglia ebrea, è stato battezzato nella fede cattolica, credo per proteggerlo quando aveva dieci o dodici anni, forse insieme a una sorella nata circa dieci anni dopo dal nuovo “marito” della madre, anche se non si sono mai sposati per il clima di paura del nazismo.

Rolf è stato dall’inizio della sua vita un mischling, un mezzo sangue soggetto alle discriminazioni un po’ da una parte e un po’ dall’altra, ha sofferto le persecuzioni naziste, è stato ferito in Russia, decorato con la croce di ferro, uscito dall’ospedale, che aveva in parte riorganizzato con il beneplacito dei medici, si è trovato con la famiglia scomparsa e sterminata senza lasciare traccia, ha rifiutato l’arianizzazione offertagli dalla Gestapo per meriti militari, in fuga si è visto rifiutato dai parenti paterni per paura, è stato internato in campo di lavoro riservato a personalità ebree in attesa di essere a sua volta eliminato.

Quante volte si sarà sentito umiliato, abbandonato e vicino alla fine? Quanto coraggio ha dovuto avere per sopravvivere? Quanta fede? E chi gliela ha data anche in quei momenti?

Tutte queste difficoltà vissute sulla sua pelle è evidente che l’hanno temprato. O affondava, o camminava sulle acque, come ha cercato di fare San Pietro, e “risorgeva” a nuova vita.

Finalmente libero, la sua voglia di riscatto è stata la molla per la sua riuscita in tutti gli ambiti.

Ugualmente ha continuato ad essere esule di fatto, straniero in Brasile e in Italia, ma stavolta è stato accolto a braccia aperte come ambasciatore Wella, ma lo stesso in questi paesi ha dovuto integrarsi per essere accettato e riconosciuto per le sue doti.

La famiglia e la moglie in primis hanno rappresentato il porto sicuro per lui e l’hanno indennizzato per quella persa.

La fede è stata un riferimento sicuro. Non ricordo che abbia mai trascurato la Santa Messa.

So per certo che per alcune decisioni importanti si è consultato con il suo parroco.

La sua seconda famiglia è stata la Wella, di cui è stato il secondo dipendente del dopoguerra, nella quale si è reso subito protagonista, ma che a sua volta gli ha fatto da maestra e guida, perché era già un’azienda internazionale, seppure a conduzione famigliare, e alla cui ricostruzione ha partecipato in modo determinante.

È stato protagonista nella vita sociale della stessa cittadina che l’aveva visto internato con gli zoccoli di legno rumorosi ai piedi.

Nominato responsabile provinciale del traffico dagli americani.

Giocatore di calcio della prima squadra
Caposquadra di un quiz radiofonico allora famoso
Ha avuto se non la prima come è scritto nel capitolo dedicatogli nella storia di Huenfeld, una delle prime licenze giornalistiche del dopoguerra per dare vita insieme a Irene a un giornalino, un settimanale dello sport a livello provinciale, per il quale la gente faceva la fila il lunedì.

E’ stato eletto principe del carnevale, riconoscimento importante in Germania, riservato a chi è considerato un trascinatore.

A Castiglione e nel gruppo internazionale ha avuto grandi successi e massimi riconoscimenti professionali.

Si è impegnato in campo sociale e assistenziale, ha promosso la fondazione del tennis club, del Rotary, della colombofilia, il suo grande hobby.

Con mano ferma ha educato i figli alla libertà, al rispetto e alla responsabilità, una libertà vigilata ma che mi ha permesso già a 14 anni di andare all’estero da solo.

Quello che sono oggi, e che ho potuto a mia volta fare, lo devo a lui, oltre che a mia madre e a mia moglie.

A Lucia e a me ha lasciato tre insegnamenti principali:

“Ho sempre deciso più con il cuore che con la mente e raramente qualcuno mi ha deluso”.

“…l’importanza della coscienza pulita…”

“la puntualità”

Nemmeno in età avanzata il dolore e la sofferenza gli sono stati risparmiati.

Ha subito varie operazioni per un tumore, ha sofferto tanto per la chiusura della Wella, la sua creatura, quando già da anni era in pensione.

La perdita di mia sorella sua figlia.

La lunga malattia, con la perdita dell’autonomia e della parola, che devono essere state limitazioni umilianti per uno come lui.

È stato esemplare anche in questo, sopportando con pazienza tutto fino alla fine. Anche la perdita della sua straordinaria capacità di fare i conti a mente di cui andava molto fiero e di cui non sono riuscito a farmi spiegare il segreto.

Ora lo immagino ricongiunto a Monika e ai suoi genitori.

Troverà modo di darsi da fare anche lì.

Anch’io ho una visione, mi immagino e mi sembra di vederlo di nuovo tuffarsi dal ponte più alto della sua città con i suoi amici, prova estrema di coraggio che i ragazzini dell’epoca dovevano superare per non essere chiamati vigliacchi, scendere il fiume con la corrente, salire su una chiatta di carbone per rimontare il fiume e ritornare soddisfatto a casa dalla mamma e dai nonni che non possono che avergli voluto tanto bene.

Come faccio a non ringraziare Dio per avere avuto un padre cosi?

A ringraziare la Provvidenza con la P maiuscola per averci dato la possibilità di stargli vicino in questi tre anni della sua malattia?

Ringrazio mia moglie che è stata a sua volta “grande” anzi “grandissima” nei tanti modi creativi che ha trovato per assisterlo e rendergli meno difficile questi anni.

In lei riconosco da tempo tantissime qualità di mio papà. Forse anche per questo mi sono innamorato di lei, come mia madre si era innamorata di lui.

Chiedo scusa a mia madre se l’abbiamo trascurata un po’ per lui.

Vorrei ringraziarvi ancora.

Immaginate la gioia di Rolf di vedervi tutti qui per lui.

Immaginate che lui vi stia dando quell’ultima stretta di mano vigorosa e calorosa che avete conosciuto.

Don Nelson un giorno, amandoci con i suoi occhi angelici e celestiali, ci ha detto: “alla fine dei tuoi giorni conta solo quanto hai amato”.

E se voi oggi siete qui, è perché lui vi ha amato tanto!

"Invio quanto mi sembra in sintesi significativo della figura di mio padre. Forse qualcosa sorprenderà, perché mio padre è sempre stato molto riservato sulla sua gioventù, per la quale non vuole né essere compatito, né d’ingombro. Io invece qualcosa ne racconto quando posso, a testimonianza e monito, perché pochi si rendono conto che le prime e maggiori vittime del nazismo sono stati i tedeschi stessi."

Matthias Kissing
Lünen 1923

La guerra e le persecuzioni

Rolf Kissing è nato
a Lünen (Vestfalia)
in Germania il
26 novembre 1923

Di padre cattolico, ma di madre ebrea

è cresciuto nella famiglia materna dall’età di tre anni, dopo la morte del padre in miniera.

Ha sofferto le discriminazioni razziali ed è sopravvissuto alle persecuzioni naziste perché decorato dall’esercito in cui riuscì ad arruolarsi con uno stratagemma e grazie alla fine della guerra.

Alla ricerca della madre deportata durante la sua assenza al fronte, rifiutò l’arianizzazione offertagli dalla Gestapo per meriti militari e venne di conseguenza internato in un campo di lavoro, dal quale fuggì all’avvicinarsi degli americani, prima che potesse essere eliminato a sua volta, mentre tutta la famiglia materna, la mamma in primis, era stata sterminata, con l’unica eccezione di una zia pianista fuggita per tempo in Inghilterra, mentre la famiglia paterna per paura aveva rifiutato di accoglierlo fuggitivo nel bisogno. Della madre non ha mai potuto sapere in che campo di concentramento fosse morta, perché i nazisti in fuga avevano bruciato la documentazione.

Registrazione della madre tra le vittime dell'Olocausto

A sinistra: Rolf Kissing da piccolo. Al centro in alto: durante il servizio mitilare. Al centro in basso: la madre. A destra: il padre.

Hünfeld

Il Dopoguerra

Nonostante queste sofferenze è diventato subito figura importante per la città di Hünfeld, ruolo riconosciuto dal sindaco Dr. Eberhard Fennel

Città in cui era stato internato e dove rientrò con gli americani, divenendo persona di fiducia del Comando delle Truppe di Liberazione con l’incarico di Responsabile del Traffico Provinciale.

Fu determinante per la scelta della Wella di ricostruire proprio a Hünfeld, dopo la fuga dei proprietari e dei dirigenti della stessa dalla Germania dell’Est, occupata dalle truppe sovietiche che ne smantellarono lo stabilimento.

In qualità di Responsabile Provinciale del Traffico ha portato la Proprietà Wella a ricominciare l’attività in quella cittadina, procurandole i locali e fu tra i primi assunti per la ricostruzione dell’Azienda.

Sua è stata la prima tessera giornalistica del dopoguerra per la stampa a sua iniziativa di un giornale sportivo locale.

Per questo ruolo a favore della città di Hünfeld, la stessa gli ha attribuito la medaglia St. Ulrich a riconoscenza (pare che fosse la seconda attribuita, mentre la prima è andata a Konrad Zuse, riconosciuto come inventore e padre del primo computer, vissuto sempre lì, ma originario di Berlino). La sua figura è ricordata nei libri più recenti della storia della città.

Rolf Kissing riceve la medaglia d'oro della città di Huenfeld

Brasile

L'esperienza in sudamerica

Nel 1954 si è trasferito in Brasile per conto di Wella e là ha creato lo stabilimento di Rio e successivamente la distribuzione in tutto il Sud America

Rolf Kissing in Brasile con Georg Stroeher uno dei proprietari della Wella

Castiglione delle Stivere

Con Wella a Castiglione delle Stiviere

Nel 1961 Rolf Kissing è venuto in Italia

Ha trasferito da Verona il piccolo laboratorio di Wella a Castiglione delle Stiviere, per costruire un’azienda che è stata modello organizzativo e sociale.

La scelta di Castiglione fu dettata non solo dalle insistenze del Sindaco Boletti e dai vantaggi fiscali offerti dalla zona depressa, ma per l’apprezzamento delle infrastrutture scolastiche, della cultura e della qualità delle future maestranze.

Nel 1969 divenne socio accomandatario della Labocos srl / Wella Italiana. L’Azienda da lui condotta si è sempre contraddistinta come fiore all’occhiello del Gruppo Internazionale per crescita, quota di mercato e profitti collocandosi per fatturato sempre nei primi posti preceduta solo da Germania, Stati Uniti e Giappone, ovvero mercati molto più grandi.

La cultura industriale tedesca e i profitti ottenuti gli permisero di aiutare il personale anche per la realizzazione di proprie abitazioni.

Negli anni 70 declinò la guida della Wella mondiale pur di restare a Castiglione con la famiglia alla quale è profondamente attaccato.

Rolf Kissing con Karl Heinz Krutzki presidente Wella Internazionale

Nonostante il rifiuto del prestigioso incarico, la Proprietà, di cui rimase consulente personale anche dopo il pensionamento, gli affidò il progetto di trasformazione della Governance di Wella, che portò alla quotazione in borsa. A lungo rimase membro del Consiglio di Vigilanza della multinazionale.

Molti attribuiscono a Rolf Kissing il merito di avere dato un contribuito determinante allo sviluppo non solo dell’economia castiglionese, ma di essere stato punto di riferimento per la diffusione di quella cultura imprenditoriale di livello internazionale che permea l’imprenditoria locale.

Rolf Kissing con le gemelle Kessler

Ha sempre attribuito alla moglie il merito dei suoi successi per averlo guidato con fermezza durante tutti gli anni del loro lunghissimo matrimonio. In questa fotografia, del 1973, festeggia il 50º compleanno con Irene.

Unitamente alla sua vigorosa stretta di mano, hanno sempre stupito il suo grande dinamismo, l’entusiasmo e la profonda umanità e sensibilità. Uomo dalle grandi decisioni professionali, sostiene di essersi sempre lasciato guidare più dal cuore che dalla ragione e di essere stato deluso raramente. Per queste caratteristiche è considerato più latino dei latini.

Pur straniero nel 1973 è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Leone e nel 1984 Ufficiale dal Presidente Pertini. Il Rotary International gli ha attribuito il Paul Harris Fellow.

A Castiglione si è impegnato in vari ambiti del Sociale e fondò il Tennis Club.

Dal 1990 al 2014 è stato presidente di Atelier Aimée Montenapoleone.

Rolf Kissing Cavaliere della Repubblica Italiana e Ufficiale

25 anni di lavoro per la Wella pubblicato su Zeffiro 1971

Articolo della Voce di Mantova su Rolf Kissing